a cura di Fabio Cafagna
Una ristretta selezione di dipinti, fotografie e video delle collezioni GAM, a cura di Fabio Cafagna, chiude idealmente la mostra Italo Cremona. Tutto il resto è profonda notte, isolandone un tema e interpretandolo con la massima libertà.
«Nei miei quadri c’è sempre qualcosa che tappa. Un tappo che chiude». Con questa epigrafica sentenza Italo Cremona rispondeva nell’aprile 1973 alle domande di un intervistatore che si stava interrogando sulla frontalità delle sue inquadrature. Quello che definiva come tappo era in realtà una piatta superficie pittorica che, pur possedendo un carattere claustrofobico, si apriva verso l’esterno con specchi, finestre e squarci. Il pieno dello studio d’artista o di un interno domestico si compenetrava così con le immagini che provenivano dall’esterno, allo stesso modo in cui la facciata di un palazzo o la veduta di una piazza lasciavano presagire ciò che accadeva al di là di quelle scabre mura.
È a partire da questa semplice considerazione che si sono selezionate opere appartenenti alle collezioni GAM in grado di far risuonare il momento dell’incontro tra ciò che sta fuori e ciò che sta dentro. Lo sguardo, intrappolato nella specularità dell’allestimento e in un gioco di corrispondenze visive, si muove tra stanze in penombra e muri disadorni, finestre che si aprono su sconfinati orizzonti e desolanti visioni di periferie urbane, ordinati studi d’artista e assolate pareti di mattoni rossi, ambienti in cui la presenza umana è soltanto supposta, mai dichiarata esplicitamente.
Ogni veduta cittadina nasconde, dietro le fredde facciate dei suoi edifici, una moltitudine di storie private. Ogni interno, per quanto confinato possa sembrare, presuppone un varco verso l’esterno. Ogni tappo è anche un gioco di rimandi visivi, come intuiva l’intervistatore di Cremona nel 1973: «Un tappo… un interno, l’angolo di una stanza invaso da suppellettili di ogni tipo, e di sguincio c’è uno specchio. Dentro uno specchio nuota quel che può arrivarvi da una finestra aperta: il solito cornicione… la finestra di fronte chiusa, un davanzale».
Gli artisti esposti: Gabriele Basilico, Jessie Boswell, Italo Cremona, Dadamaino (Eduarda Maino), Giovanni Battista De Gubernatis, Francesco Garrone, Luigi Ghirri, Sabrina Mezzaqui, Fernando Scianna, Mario Sironi, Giuseppe Uncini.