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SERGIO STAINOUn racconto di Berlino, 1981
SERGIO STAINOUn racconto di Berlino, 1981
Mostra
5 Febbraio 2015 - 6 Aprile 2015
Lo spazio Wunderkammer della GAM di Torino, tradizionalmente dedicato alla valorizzazione dei fondi grafici del museo, si apre ad accogliere
un avvincente fuori programma
, dedicando una mostra a uno dei più conosciuti e amati disegnatori satirici italiani,
Sergio Staino
. Sia Staino che il suo personaggio più famoso,
Bobo
, sono noti al grande pubblico fin dalla fine degli anni Settanta, quando l’alter ego del disegnatore è apparso per la prima volta sulle pagine di Linus. Da quel momento il personaggio è stato protagonista su gran parte della stampa italiana. Bobo, autoritratto dell’autore scanzonato e ironico, riassume in sé le caratteristiche di un italiano medio borghese di sinistra, simbolo di una precisa generazione, a volte nostalgico e utopista, che guarda alle trasformazioni della società italiana con ironia e buon senso, senza risparmiare momenti di critica profonda.
La storia che Bobo ci racconta nelle sale della GAM si svolge in un unico anno, il
1981
, quando l’autore si reca a
Berlino
per raccontare la città con i suoi disegni, su invito di Detlef Heikamp, uno storico dell'arte berlinese rimasto piacevolmente colpito da una vignetta pubblicata in Germania. E
Bobo
, spesso armato di macchina fotografica al collo,
si ritrova a esplorare una città dalle mille contraddizioni e dal grande fascino
. Una metropoli in forte espansione architettonica e soprattutto culturale, inserita però nel cuore del comunismo europeo. Come racconta lo stesso Staino
“Ogni angolo era una scoperta, una sorpresa, una suggestione: Berlino in quegli anni là era una città veramente unica per la quantità di contraddizioni politiche e sociali che faceva coesistere in se stessa (…)”
Per questo nei disegni vediamo spesso il protagonista che si aggira
tra i caffè alla moda
come un qualsiasi turista curioso, osserva quasi sperduto le
costruzioni commerciali con le insegne al neon e i negozi del KaDeWe
strapieni di merci, e si ritrova a tu per tu con i turisti alla ricerca di Christiane F intorno alla Banhof Zoo. Incontra gli stessi berlinesi, anch'essi spaesati di fronte alla distruzione e ricostruzione del tessuto urbano, e alcuni altri immersi in una nuova realtà: sono gli Hausbesetzer, giovani occupanti di case sfitte, organizzati in vere e proprie “comuni” dove anche Bobo sogna una vita sociale solidale e libertaria.
Ma tutto questo “nuovo che avanza” si contrappone con
un’altra Berlino
: alcuni disegni non hanno Bobo protagonista, che diventa invece un attento osservatore esterno. E queste vignette si presentano con
un tratto più graffiante e cupo
, sono popolate da personaggi inquieti, vedove inconsolabili, spesso vengono raffigurati i luoghi vicino o oltre il muro, con
polizia e squadre antisommossa
, manifestazioni o semplici paesaggi urbani di desolanti periferie. E le vetrine in Kurfürstendam, non più sfavillanti ma distrutte dagli scontri. Dice Staino:
“Avvicinandosi al confine con la Repubblica Democratica, e soprattutto al muro, l’atmosfera della città si faceva più scura e deprimente e la contraddizione tra la vitalità lussuosa dell’Ovest e la tristezza poliziesca dell’est si facevano evidenti. (…) Non è un caso che i disegni su Berlino si chiudano proprio su questi aspetti di lotte, di violenze, di irruzioni, di erba da fumo, di cene frugali e vegetariane ma anche, ovviamente, di sogni, di amore e di tanta poesia”
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