Evento all’interno del programma annuale di residenza DIARI TRA DIARI organizzato in collaborazione dalla Fondazione Spinola Banna per l’Arte e dalla GAM Torino, a cura dall’artista Maria Morganti, promosso e realizzato grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo.
Mercoledì 13 marzo 2019 ore 18.00 GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea Via Magenta, 31 Torino
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Prosegue la serie di appuntamenti del progetto Diari tra Diari, ideato dall’artista Maria Morganti per l’edizione 2018-2019 del programma triennale di residenza per artisti organizzato dalla GAM e dalla Fondazione Spinola Banna per l’Arte, promosso e realizzato grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo.
Per il secondo incontro pubblico alla GAM è stato invitato il professore di Antropologia Roberto Beneduce.
“Il diario etnografico ha costituito una delle più celebri forme di “introspezione scritturale”, nella quale l’autore fa della sua memoria, della sua esperienza, l’asse centrale del suo discorso, come nel caso, differenze a parte, di Leiris o Malinowski. Nel caso dei testi etnografici, la scrittura dell’Altro ha significato però, con rare eccezioni, l’oggettivazione dell’Altro, o la sua scomparsa. L’etnografia più recente ha voluto curare questa violenza testuale. Continuando però ad assegnare all’altro un ruolo minore, il testo etnografico ha finito spesso con il riprodurre una scrittura complice dello sguardo dominante. Queste note riprenderanno testi che hanno provato a governare questa deriva interrogando l’inevitabile ombra che sul foglio trascina la mano di chi scrive… Crapanzano, Shostak, o più recentemente Albert, hanno inaugurato una modalità diversa, all’origine di una vera e propria svolta dell’antropologia. Le mie riflessioni vogliono però considerare anche un altro genere di scrittura, che ha offerto un radicale, talvolta ironico contrappunto alla scrittura sui dominati: quella degli slave narratives.” Roberto Beneduce
Roberto Beneduce è Professore di Antropologia all’Università di Torino, ha fondato negli anni Novanta il Centro Frantz Fanon, che consacra la sua attività alla ricerca e alla clinica nell’ambito della migrazione. Nel 2000 ha conseguito presso l’EHESS (Parigi) il dottorato in antropologia sociale ed etnologia e insegnato in numerose università straniere (Tolosa, Berkeley, Libreville, Cartagena). A partire dal 1988 svolge ricerche in Africa subsahariana (Mali, Camerun, Mozambico, Eritrea), lavorando in particolare sui temi della violenza e delle trasformazioni dei saperi medici locali.