La collezione del museo, nel periodo compreso tra il principio del secolo e gli anni sessanta, è tra le più complete e prestigiose a livello nazionale. Sono presenti tutte le tendenze e i protagonisti maggiori, secondo un processo di acquisizioni costanti nel corso del tempo, avvenute tramite le Biennali d’Arte veneziane, le Quadriennali Nazionali romane, e le esposizioni locali, che non hanno escluso incrementi anche in tempi successivi, sono ai nostri giorni.
Giorgio de Chirico, Giorgio Morandi, Felice Casorati, Arturo Martini, Osvaldo Licini sono tra i nomi più rilevanti presenti nelle nostre collezioni per la prima parte del secolo, unitamente a Giacomo Balla, Gino Severini e a un nucleo scelto di avanguardie storiche internazionali, acquisite nel corso dei primi anni sessanta, in cui spiccano i nomi di Max Ernst, Otto Dix, Paul Klee e Francis Picabia.
Nel corso degli anni cinquanta il museo assume una decisa posizione in favore delle acquisizioni in campo internazionale, Informale e Pop: dopo Marc Chagall entrano in museo artisti quali Hans Hartung, Pierre Soulages, Jean Arp, presi in occasione delle mostre “Francia-Italia” tenutesi a Torino in quel decennio, o alle Biennali di Venezia; fino a raccogliere Cy Twombly e Andy Warhol, a proposito della scena americana, rappresentati da importanti gallerie torinesi del tempo, oltre a Louise Nevelson.
Al gran completo si presenta anche la collezione italiana del periodo, con opere di Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi, Emilio Vedova, Alberto Burri, Lucio Fontana, Pinot Gallizio, in grado di rappresentare tutte le correnti dell’Informale; negli anni sessanta si segnalano i nomi, tra gli altri, di Mario Schifano, Pino Pascali, Piero Manzoni.
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