L’utilizzo dei social media da parte delle istituzioni culturali si sta progressivamente affermando anche in Italia, e sono ormai numerosi i musei che possiedono profili sulle principali piattaforme di social network, quali Facebook, Twitter, Flickr e YouTube.
Come annunciato qualche settimana fa, il nostro museo ha recentemente esteso le proprie opportunità di comunicazione online aprendo un account su Pinterest, il social network basato sulla condivisione di immagini che sta registrando un numero sempre più alto di utenti in tutto il mondo.
Nell’ultima settimana alcuni professionisti del settore culturale si sono interrogati – a livello internazionale- sul ruolo che questa piattaforma potrà avere anche per i musei, e ci inseriamo volentieri in questo dibattitoper esporre alcune riflessioni a proposito dell’utilizzo di Pinterest da parte di Palazzo Madama.
Nell’ambito della strategia digitale dell’istituzione, Palazzo Madama sta cercando di differenziare l’utilizzo dei diversi social network a seconda dei contenuti da comunicare, dell’audience di riferimento e delle caratteristiche proprie di ciascuna piattaforma.
Coerentemente con queste linee di indirizzo, si è deciso di utilizzare il profilo di Palazzo Madama su Pinterest innanzi tutto per fornire agli utenti immagini visivamente accattivanti delle collezioni e dei luoghi correlati all’istituzione, in una prospettiva non di auto-promozione ma di servizio, di trasmissione di contenuti possibilmente interessanti per gli utilizzatori del social network.
In aggiunta a questo approccio, condiviso anche da alcuni dei circa 30 musei al mondo che per il momento hanno adottato Pinterest , si è deciso di utilizzare l’account anche per rendere visibili gli interessi dell’istituzione, nonché per far emergere i valori che ispirano la comunità di professionisti operanti nel contesto del museo e le tematiche che coinvolgono i suoi pubblici.A questo scopo sono state perciò create delle bacheche che si intitolano non solo ad esempio “Opere d’arte” o “Giardini”, ma anche “Visitor studies”, “Museum ideas” e “Madama Knit”.
Le lavagne del profilo Pinterest di Palazzo Madama vogliono riflettere gli interessi e i valori del museo e delle sue comunità.
La scelta di utilizzare titoli e didascalie in italiano e in inglese è stata dettata dal fatto che Pinterest consente di stabilire contatti in una maniera fluida e dinamica, basata non tanto sulla ri-creazione in ambiente digitale di rapporti già esistenti nel mondo reale, quanto sulla costruzione di nuove relazioni fra individui caratterizzati da interessi comuni, indipendentemente dalla nazionalità o dal luogo di residenza.
Utilizzare una lingua straniera oltre all’italiano è sembrato dunque un modo appropriato per potenziare il valore comunicativo delle immagini e per estendere le relazioni di Palazzo Madama potenzialmente a livello internazionale.
In sintesi, lo scopo dell’attività di Palazzo Madama su Pinterest può essere articolato come segue: interfacciarsi con molteplici comunità di interesseinserendosi quali portatori e selezionatori di contenuti di qualità.Questo obiettivo vuole essere perseguito da un lato suscitando l’attenzione degli utenti del social network, e dall’altro – utilizzando le funzioni “repin”, “comment” e “like”- dimostrando di essere un’istituzione aperta a recepire i contenuti prodotti dagli altri utenti, in un’ottica di interazione poliedrica e non di rapporto monodirezionale.
Sembra importante sottolineare come l’inserimento nelle bacheche di contenuti selezionati da Palazzo Madama ma prodotti da altri utenti faccia sì che questi ultimi diventino dunque soggetti che -anche involontariamente- partecipano alla produzione dei contenuti veicolati dal museo.
Per ampliare le possibilità di co-creazione dei contenuti, si sta pensando di aprire al contributo diretto degli altri utenti alcune bacheche, in modo da abilitare un comportamento di partecipazione attiva e volontaria.
Data la novità di utilizzo e il numero limitato di istituzioni culturali che fino ad ora hanno adottato la piattaforma, le potenzialitàdi Pinterest per i musei sono ancora largamente da esplorare, non da ultimo in termini di marketing; le sue caratteristiche sembrano comunque quantomeno rafforzare la formulazione di una serie di domande: la percezione dell’autorità e della credibilità dei musei verranno in futuro influenzate proprio dalla cultura della condivisione online? L’ambiente digitale fornirà ai musei inedite occasioni per interagire con attori nuovi e per estendere il proprio ambito di competenza?
Già da ora si può forse ipotizzare che Pinterest fornirà quantomeno ai musei un’ulteriore opportunità per riflettere sulla propria mission e sul proprio ruolo nell’epoca della comunicazione digitale.