Era GallizioPinot Gallizio e la scoperta della preistoria: reperti, opere, collezionismo
a cura di Maria Teresa Roberto
12 aprile – 12 ottobre 2025Museo civico archeologico e di scienze naturali Federico Eusebio, Alba
Dal 12 aprile al 12 ottobre 2025 il Museo civico Federico Eusebio di Alba accoglie il progetto espositivo Era Gallizio. Pinot Gallizio e la scoperta della preistoria: reperti, opere, collezionismo.
Collegandosi alle manifestazioni che in varie sedi sono state dedicate al sessantesimo anniversario della morte di Pinot Gallizio (Alba, 1902–1964), la Città di Alba ha realizzato la mostra in collaborazione con l’Archivio Gallizio di Torino e il Centro Studi Beppe Fenoglio e con il supporto della GAM – Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino, nell’ambito del progetto Esterno GAM.
Si tratta di un focus espositivo inedito, dedicato all’interesse dell’artista nei confronti dell’archeologia e della preistoria. Curata da Maria Teresa Roberto, curatrice del Catalogo generale delle opere di Gallizio, la mostra è allestita negli spazi del Museo civico Federico Eusebio, che conserva i molti reperti da lui donati, frutto delle ricerche condotte tra il 1943 e il 1949 nei siti esplorati mezzo secolo prima dal mineralogista e paleontologo Giovanni Battista Traverso (Genova, 1843 – Alba, 1914). Testi d’epoca, fotografie e manoscritti inediti, tra cui un registro sul quale Gallizio prendeva nota degli esiti delle sue indagini, raccontano la storia di quei ritrovamenti, che hanno avuto il merito di risvegliare l’interesse per la stazione neolitica di Alba e di aprire la via a successivi cicli di scavi.
Una serie di interventi grafici, concepiti come parte integrante dell’allestimento, accompagna il visitatore lungo il percorso espositivo, evidenziando sia la presenza nella collezione permanente dei reperti donati da Gallizio, sia l’inserimento delle sue opere nelle sale. L'identità visiva della mostra si integra quindi nel museo stesso, allo scopo di far dialogare il patrimonio storico e le opere contemporanee.
A metà anni Cinquanta, l’incontro con l’artista danese Asger Jorn (Vejrum, 1914 – Aarhus, 1973), anch’egli appassionato di etnografia e archeologia e protagonista delle attività del gruppo CoBrA come di quelle del Movimento per una Bauhaus immaginista, impresse una nuova direzione alle riflessioni di Gallizio sulla preistoria, indagata da quel momento come punto di origine della creazione artistica. Gallizio lo dichiarava a Carla Lonzi nel documentario RAI del 1963 L’uomo di Alba, proiettato in mostra accanto a L’ansa dei pesci dolci, uno dei dipinti presenti alle sue spalle nel documentario.
Il confronto con temi iconografici arcaici caratterizza la grande testa in arenaria del 1957, qui esposta per la prima volta, alcuni monotipi e molte pagine del Diario emozionale, esempio unico di dipinto in forma di libro in cui Gallizio sperimentò, tra il 1956 e il 1960, tutte le possibilità espressive della pittura.
Nel 1956 Gallizio e Jorn organizzarono ad Alba insieme a Piero Simondo ed Elena Verrone il 1° Congresso mondiale degli Artisti liberi. In quell’occasione lo studio di Gallizio – divenuto «Laboratorio sperimentale del Movimento internazionale per una Bauhaus immaginista» – fu luogo di incontro e di sperimentazione per gli artisti convenuti ad Alba. Le ricerche condotte presso l’Archivio Gallizio hanno permesso di comprendere che Teste, il dipinto di Asger Jorn appartenente alle collezioni della GAM di Torino che arricchisce il percorso della mostra, fu realizzato dall’artista danese durante il congresso nel Laboratorio sperimentale di Alba, nel settembre del 1956.
L’amicizia con Jorn portò Gallizio a confrontarsi anche con simbologie e archetipi visivi nordeuropei, un tema approfondito nel 1961 durante un soggiorno in Danimarca di cui resta traccia nel quadro Capo vichingo, realizzato a Copenaghen e mai esposto prima d’ora in Italia.
Il lichene spregiudicato, una tela del 1961 di proprietà del Comune di Alba, aggiunge un riferimento alle competenze naturalistiche di Gallizio, che dedicò le sue ricerche anche alla botanica e a quella che egli definiva «chimica vegetale».
In omaggio alla molteplicità di queste passioni, il percorso si conclude con l’Anticamera della morte, realizzata da Gallizio nel suo studio negli ultimi mesi del 1963, e oggi di proprietà del Comune di Alba. Contenitori e scaffali di forme e dimensioni diverse accolgono un insieme eterogeneo di oggetti, strumenti e reperti connessi ai suoi interessi professionali e amatoriali nel campo della chimica, dell’erboristeria, dell’archeologia, dell’etnografia, della pittura. L’artista ricoprì l’insieme dei mobili e degli oggetti di pigmenti nero fumo, con una scelta monocromatica che caratterizzava anche la contemporanea produzione dei Neri, uno dei quali presente in mostra.
Completata pochi mesi prima della sua improvvisa scomparsa, avvenuta nel febbraio del 1964, l’Anticamera assume qui il valore di un museo nel museo, di una Wunderkammer che conserva una collezione di oggetti dalla forte valenza autobiografica, esempio precoce delle pratiche dell’assemblage e dell’installazione.
L’esposizione è stata resa possibile grazie al prezioso contributo di Fondazione CRC, Banca d’Alba, Mollo Noleggi e grazie al supporto di Fondazione Ferrero che da oltre venticinque anni promuove e collabora ad iniziative culturali ad ampio spettro per valorizzare Pinot Gallizio.
Museo civico “Federico Eusebio”via Vittorio Emanuele II, 19 – Alba, interno del Cortile della Maddalena.
Orari di apertura del Museodal martedì al venerdì: 15 – 18 / sabato, domenica e festivi: 10 - 13 e 15 – 19L’ingresso alla mostra è incluso nel biglietto del Museo
Maria Teresa Roberto ha insegnato Storia dell'arte contemporanea all’Accademia Albertina e all’Università di Torino.