L'opera è stata acquisita da Ernst in Germania nel 1920 con la tecnica mista e il ricorso all'espediente "rivoluzionario" del collage. Questa soluzione conduce l'artista tedesco ad affrontare sempre nuove sperimentazioni tecniche che, come in questo esempio, scaturiscono in sorprendenti e poetici effetti spiazzanti e antinaturalistici, di raffinata e ironica concezione metafisica. La tematica del cavallo, anche nel periodo dada e presurrealista di Ernst, dove il grottesco meccanico rimanda al grottesco psicologico, è spesso affrontata in sofisticati motivi illustrativi di diverse formulazioni e varianti. Di quest'opera - eseguita con l'adozione di stampe e decalcomanie leggermente stemperate in deboli e velate tonalità azzurro gialle, con tracce di rosso e nero-grafite - esistono altre versioni più sobrie e meno complete del disegno. Giorgio Auneddu