L'opera presenta semplici tracce orizzontali, di grande pregnanza, di colore tenue dipinte dentro la tela: dal 1969 Griffa espone il supporto in quanto tale, non il quadro, con un rinvio a mostrare le "... pitture nel modo più vicino alle condizioni in cui le ho dipinte io" (G. Griffa, 1974). La tela scatena un sottile disorientamento nell'osservatore, provocato dalla constatazione che ai sei colori indicati dal titolo andranno invece collegate sette pennellate orizzontali (il colore della prima - più breve - ricompare nell'ultima). Tramite l'opera Griffa sembra suggerire che un'azione primaria, ovvero l'atto di dipingere, può produrre interferenze sulle norme della percezione e quindi della conoscenza. Riccardo Passoni