L'opera, che risente del diffuso gusto orientalista coevo, tratta attraverso un verismo dichiaratamente sensuale il tema dell'emancipazione della schiavitù, personificato in una donna dalle forme esuberanti e vigorose che cerca di spezzare le catene che le cingono i polsi. Replica del marmo esposto a Napoli nel 1877, premiato ed acquistato dal re Vittorio Emanuele II per la Villa Reale di Capodimonte e inviato con successo l'anno seguente al Salon di Parigi, questa scultura viene ripresentata nel 1880 all'Esposizione Nazionale di Torino. Il grande successo incontrato dall'opera è testimoniato dalle numerose repliche eseguite in bronzo, sovente di dimensioni ridotte, note in collezioni private o ricordate dalle fonti. Danneggiato nell'ultimo conflitto mondiale e subito dopo riassemblato, con il recente restauro l'esemplare è stato riportato quasi alla situazione originale. Alfonso Panzetta