Attraverso le nuove possibilità linguistiche del video degli anni Ottanta, Almy continua la dura critica alla politica di intrattenimento e di manipolazione delle coscienze insita nella produzione televisiva commerciale. Il video, preparato dall’artista in occasione della campagna presidenziale statunitense, svela la creazione a tavolino dell’immagine televisiva di un leader da offrire alla popolazione. Sia il personaggio pubblico che la massa di votanti vengono trattati alla stessa stregua di manichini programmabili. La denuncia dei rischi totalitari nel controllo delle fonti di informazione è quanto mai chiara.