Alla Biennale del 1930, nella sala XIV, Paulucci esponeva 18 opere tra cui Orsolina (n°42). Con lui, nella stessa sala, si presentavano: Menzio, Chessa, Levi e Galante (la Boswell era nella sala XIII): il gruppo dei torinesi debuttava in sede nazionale. La critica contemporanea, perplessa di fronte alla "francioserie", all' "atmosfera da salotto", al "post-impressionismo decorativo" dei piemontesi, notava in Paulucci l'eleganza tonale e la rapida definizione delle forme, sommarie ed allusive, che lo avvicinavano all'arabesco di Dufy e Matisse. Anna Gelli