I lavori in tela centinata realizzati da Pascali tra il '64 e il '65 coincidono con il suo esordio espositivo. Quest'opera presentata alla V Rassegna di Arti Figurative di Roma e del Lazio nell'aprile del '65, è una celebrazione della vocalità suggestiva e della bellezza provocante della cantante di colore scomparsa nel '59. All'ambiguità dello statuto tecnico dell'opera - definibile come scultura dipinta o come pittura tridimensionale - corrisponde l'ambiguità dell'immagine, figura femminile schematizzata e reinventata secondo un processo di condensazione dei particolari che rimanda ai dipinti dell'americano Tom Wesselmann. Pascali ebbe a dichiarare la propria ammirazione per la scultura africana e per il Pop americano, affermando che solo il carattere artefatto delle "finte sculture", di cui Billie Holiday è l'esempio più eroticamente marcato, consente una identificazione autentica con l'immagine. Maria Teresa Roberto