L'ideazione dell'opera risale agli anni del primo soggiorno genovese dell'artista (1939-1943). Il tema è volutamente domestico, antiretorico, e risalta il misterioso atteggiarsi psicologico del ritrattato. L'adozione di un linguaggio sottilmente arcaizzante è di indirizzo ben differente rispetto alla statuaria dell'epoca, e nasce dal ripensamento della lezione di Bourdelle, Maillol, che la Raphaél aveva studiato a fondo a Parigi, al principio degli anni Trenta.