L'opera viene a inserirsi nei primi anni della svolta artistica ed intellettuale di Longoni, che, dopo un lungo periodo dedicato ai temi sociali e all'impegno politico, si richiude in una dimensione poetica e spirituale affatto originale trovando un supporto filosofico in Schopenhauer e nel buddhismo. Il suo assoluto idealismo pare quasi identificarsi nel divisionismo smaterializzato del dipinto, che rappresenta una natura primordiale e pura, rasserenatrice e ristoratrice. Paolo San Martino