Si tratta di uno dei quadri più noti del primo periodo torinese di Casorati. Il dipinto è giuocato su una serie di contrasti: "Tra luce fredda della finestra e la luce calda della carne (...) di masse tra il farragginoso e ferrigno dell'armatura e il tondeggiante e molliccio della figura" (P. Gobetti, 1923). In questa tempera Casorati sembra aver risolto le tensioni espressive che affiorano - seppur rigidamente controllate - nella Ragazza con la scodella o nel L'uomo delle botti (Inv. P/1541-P/1368), degli anni immediatamente precedenti. Rimane il senso di fissità dell'immagine - amplificato dallo sguardo immobile della donna -, ma il chiaro scuro, pur molto accentuato non crea un effetto drammatizzante. La GCAMC di Torino conserva due schizzi preliminari dell'opera (Inv. Fd/107, nn. 6 e 8), in cui è già ben delineata la composizione finale. Riccardo Passoni