L'opera fu presentata alla Biennale di Venezia del '58, in occasione della quale Chillida ottenne il Gran Premio per la Scultura, insieme ad altri lavori che, come Elogio dell'aria ed Elogio del ferro, entrambi del '56, e Omaggio a Bachelard del '58, attestano l'interesse dello scultore per il pensiero del filosofo francese. Questa scultura pare voler tradurre in forme solide e aperte le aggregazioni e gli incastri di segni che caratterizzano la ricerca pittorica degli anni Cinquanta. L'aggressività degli incastri, la loro tensione pluridirezionale, la mancanza di un punto d'osservazione privilegiato documentano la volontà di trovare nuovi esiti per la scultura non figurativa, forzando in direzioni inedite la tecnica tradizionale della forgiatura cui il titolo rende omaggio. Maria Teresa Roberto