Realizzata a Coubervoie quattro anni dopo la prima affermazione pubblica di Soulages al Salon des Surrindépendants (1974), la tela è appartenuta ad una delle più importanti raccolte italiane d'arte contemporanea del secondo dopoguerra (Benedetto Fiore). Eseguito con la tecnica più congeniale all'artista francese e per lui più vicina alla natura, e cioè quella gestuale e segnica, Composition, come altre opere di più grandi dimensioni (Composition, 1950; Paigi, Musée National d'Art Moderne) ritrova, nei modi e nei gesti di stendere le larghe fasce cromatiche scure, la legge del movimento monumentale dell'architettura cosmica. In questa pittura il tratto è nero, angoloso, robusto e condizionante gli altri colori, più opachi nel grigio terso e rarefatto dello sfondo ombroso e neutrale. Poche sono le differenti note rappresentate da tracce di azzurri, di neri, di grigi e di bruni più densi, appena bruciati dall'arcano contrappunto di luci tra le sottili fessure dei bianchi. Giorgio Auneddu