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Metropolis
Exhibition
4 February 2006 - 4 June 2006
A cura di Maria Grazia Messina e Maria Mimita Lamberti
La GAM di Torino, in occasione delle XX Olimpiadi invernali, presenta una grande mostra internazionale sulla visione e interpretazione della città nell’arte delle Avanguardie, fra 1910 e 1920, che si inserisce nel programma delle Olimpiadi della Cultura.
Il tema della Città, attraverso la lettura di opere, tra gli altri, di Pablo Picasso, Umberto Boccioni, Fernand Léger, Carlo Carrà, Gino Severini, Paul Klee, Georg Grosz, Robert Delaunay, Max Weber, Mario Sironi, Albert Gleizes, August Macke, Ernst Ludwig Kirchner, Lyonel Feininger, Joseph Stella, John Marin, Alexandra Exter, è affrontato in cinque sezioni che tengono conto dei diversi temi sviluppati dalle Avanguardie in rapporto alla vita cittadina dell’inizio del ventesimo secolo.
Nell’immaginario delle Avanguardie - segnato dalla novità dell’esperienza percettiva accelerata, quanto frammentaria e molteplice - il progresso tecnologico (la velocità di spostamenti favorita da tranvie, auto e metro, l’introduzione della luce elettrica, la simultaneità delle radiocomunicazioni) dà l’avvio a nuove visioni artistiche, dalle dislocazioni spaziali dei cubisti, alla simultaneità di compenetrazioni dinamiche dei futuristi, alle inquiete tensioni e distorsioni degli espressionisti.
In un percorso di circa 130 opere, (che includono anche fotografie di Alfred Stieglitz e Eugène Atget e filmati dei fratelli Lumière), provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private italiane e internazionali (come il Centre George Pompidou e il Musée Carnavalet di Parigi, la Tate Gallery di Londra, lo Städelsche Kunstinstitut di Francoforte, la Staatsgalerie di Stoccarda, il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, la Nationalgalerie di Berlino, il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, il Whitney Museum di New York, la National Gallery di Washington e il National Museum of Art di Osaka) la mostra intende dunque testimoniare la pluralità degli sguardi sulla fenomenologia del contesto urbano, attraverso letture tematiche come la polarità di interno-esterno, la strada animata dalla folla, i nodi simbolici della metropoli come ponti, fabbriche, spazi di divertimento, infine le proiezioni immaginifiche e avveniristiche.
Sezioni della mostra:
La percezione futurista dello spazio urbano:
lo sguardo sulla strada, la città notturna, la folla e le periferie. Dal Manifesto di Marinetti del 1909 i pittori futuristi traggono una serie di soggetti topici della modernità urbana: in mostra capolavori come i quadri di Boccioni Visioni simultanee del Museo di Wuppertal e Le forze di una strada proveniente da Osaka, meno noto in Italia. Nella visione notturna le città risplendono di luci elettriche (Alexandra Exter con la Città di notte) e offrono spettacoli come il Luna park dello statunitense Joseph Stella. Il tema delle periferie, la cui desolazione si impone dopo la prima guerra mondiale, è raccontato da artisti come Christopher Nevinson e Mario Sironi.
Gli snodi:
i muri, i porti, i ponti, le fabbriche Il profilo della città industriale è connotato dalla presenza delle ciminiere delle fabbriche, dalle arcate dei viadotti e dei ponti metallici, dalle gru dei porti fluviali e marittimi. Questi segni forti della contemporaneità attirano l’attenzione dei pittori dalla Germania (Kirchner, Beckmann,) alla Russia (Goncharova, Ševchenko, Lapsin), dalla Svezia (Hjertèn) alla Francia (Del Marle, Chabaud), ma suggeriscono anche le visioni dello statunitense Simpson Stevens, del polacco Chwistek e di Ivan Puni. L’apporto del linguaggio cubista è ben documentato dall’eccezionale Paesaggio con manifesti in cui Picasso nel 1912 si ispira ai muri parigini tappezzati di messaggi pubblicitari.
La Città laboratorio
Parigi e New York, due grandi città sulle sponde opposte dell’Atlantico, diventano metropoli esemplari, oggetto della ricerca degli artisti e luogo privilegiato del loro immaginario. A Parigi Robert Delaunay o Fernand Léger colgono gli spazi storici della città, dal quartiere latino ai quais della Senna, secondo una percezione accelerata o dilatata, mentre a New York lo svettare prodigioso dei grattacieli di Manhattan o l’energica potenza del ponte di Brooklyn sono, nelle opere di Max Weber, Joseph Stella, John Marin, diretta metafora di una tensione al futuro nel mito del progresso.
La Città caleidoscopio
Con la rapida diffusione del traffico a motore, dell’illuminazione elettrica, delle insegne e delle affissioni pubblicitarie, gli spazi urbani offrono aspetti di incessante mutamento, innescando nuove modalità del vedere e del rappresentare. In artisti quali Albert Gleizes, Christian Schad, Léopold Survage e Lionel Feininger, la frammentazione cubista di figure e spazi si articola in composizioni prismatiche, mentre in Henri Valensi o Aristarkh Lentulov gli orizzonti urbani si modulano al pari di partiture musicali.
La Città di carta
L’esperienza principale è quella degli artisti tedeschi che, passati attraverso la brutalità della guerra, ritornano in una Berlino sconfitta, scenario di aspri conflitti sociali. La metropoli si rivela luogo dello sradicamento e della sopraffazione. Affiancandosi alla grande letteratura espressionista, artisti come Georg Grosz, Ludwig Meidner, Otto Dix intendono narrare la città, avvalendosi della crudezza della grafica per restituire l’angoscia, l’inferno dell’esistenza urbana. Su un altro fronte, anche Paul Klee affida alla carta la propria lettura della città, attraverso l’infittirsi o il rarefarsi dei segni, come organismo in crescita o, al contrario, luogo di vuoto e solitudine.
Giovani architetti, dai futuristi in Italia (come Antonio Sant’Elia e Virgilio Marchi) ai membri della Novembergruppe nella Germania postbellica, rispondono immaginando spazi ed edifici avveniristici, che risolvano le contraddizioni della visione della città moderna in una dimensione utopica. Fogli di progetti si affiancano ad acquarelli visionari, condividendo la volontà di farsi artefici di una seconda natura dove l’uomo sia demiurgo e non vittima della propria storia
Il catalogo, per i tipi delle edizioni GAM, contiene i saggi di Maria Grazia Messina, Maria Mimita Lamberti, Thomas Gaehtgens, Maria Luisa Pacelli, Tulliola Sparagni.
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