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Lucie Fontaine – MERCOLEDì 1 FEBBRAIO ore 18:00 Sala Uno GAM
Lucie Fontaine – MERCOLEDì 1 FEBBRAIO ore 18:00 Sala Uno GAM
Exhibition
27 October 2011 - 2 February 2012
è online il nuovo MAG 3 a cura di Eva Fabbris! distribuito presso la GAM e i musei d'Italia e visitabile alla pagina:
www.gamtorino.it/mag
MAG 3 e nuovo ciclo di conferenze, entrambi a cura di Eva Fabbris, sono stati presentati in occasione di Artissima 18.
LUCIE FONTAINE
Lucie Fontaine si definisce un "art employer", evitando di definire la propria pratica all'interno di una specifica professionalità dell'arte; abbraccia e fonde aspetti legati ai diversi campi d'azione, tra pratica artistica e curatoriale, critica, collezionismo e gestione di spazi espositivi. Il suo nome rivela una parentela francesizzata con Lucio Fontana e con il collettivo parigino Claire Fontaine. Per descrivere i suoi meccanismi creativi, spesso cita l'introduzione a "Mille piani"di Deleuze e Guattari: "Abbiamo scritto l''Antiedipo' in due. Poichè ciascuno di noi era parecchi, si trattava già di molta gente". Alla GAM Lucie Fontaine dialogherà con Eva Fabbris sui temi della autorialità condivisa e delle dinamiche del collettivo, discutendo alcuni suoi progetti recenti, tra cui "Perchè Napoli?"(2007), "Performat di Marcella Vanzo" (2009), "Guglielmo Achille Cavellini: Towards 2014" (2011).
Immagine:
Lucie Fontaine,
Signatures
, 2012
CONFERENZA IN INGLESE CON TRADUZIONE CONSECUTIVA
Ritardo di Vetro
a cura di Eva Fabbris
Il titolo “Ritardo di vetro” è ispirato dal testo di Gene Swenson nel catalogo della mostra da lui curata
The Other Tradition
, organizzata nel 1966 presso l’ICA di Philadelphia. Swenson proponeva l’idea di una storia dell’arte recente che, liberata dalla lettura formalista dei movimenti d’avanguardia, stabilisse come principio interpretativo la condivisione emotiva (non simbolica, né identificativa) tra opera d’arte e spettatore. Nel saggio spiegava come questa tradizione
altra
non potesse essere descritta da un uso razionale del linguaggio, e portava ad esempio Duchamp e la relazione innovativa tra parola scritta, rappresentazione e contesto instaurata dal
Grande Vetro
e relative Note. Nella pittura su vetro, infatti, non c’è sfondo: la spazialità in cui fluttuano gli elementi dipinti è la medesima in cui si muove lo spettatore.
Come esempio di un linguaggio libero, evocativo nel suo dare nuove regole per definire questa nuova relazione, Swenson citava la nota:
Specie di sottotitolo
Ritardo di vetro
Usare “ritardo”invece di quadro o pittura; quadro su vetro diventa ritardo di vetro – ma ritardo di vetro non vuol dire quadro su vetro
E commentava: “Il termine duchampiano ‘ritardo di vetro’ situa i nostri pensieri nello spazio, o piuttosto porta il processo di pensiero fuori dalla sua strada lineare. Cominciamo a lanciare in aria le nostre idee come un giocoliere (in un campo gravitazionale a bassa intensità) invece di disporle su una linea logica”. Si delineava così una storia alternativa dell’
exhibition-making
, che muoveva i passi dalle riflessioni sul contesto espositivo che già permeavano l’Avanguardia. Mostre fondamentali della prima metà del Novecento sono organizzate, allestite (curate?) dagli artisti stessi e il fenomeno continua ad esistere nel presente. Parallelamente, dalla seconda metà degli anni ’60 in poi, il ruolo del curatore è cresciuto, proponendosi sempre più come “autore” di mostre. Sia il MAG 3 sia il ciclo di conferenze si concentrano non semplicemente sulle mostre curate dagli artisti, ma sull’ambiguità del rapporto curatore/artista oggi, espressa in pratiche che, come nella definizione alternativa della pittura su vetro, sono in grado di creare un linguaggio meticcio con cui ri-definire la possibilità di usare la mostra come medium, la relazione tra contesto, opera e spettatore, l’idea di autore di un’esposizione…
Eva Fabbris
è dottoranda all’Università di Trento con una ricerca sulle eredità della rivoluzione duchampiana dello spazio espositivo sulle pratiche curatoriali sperimentali della seconda metà degli anni Sessanta. È stata assistente curatoriale a Museion di Bolzano, curatore aggiunto alla Galleria Civica di Trento, curatore al Kaleidoscope Project Space di Milano e coordinatore generale de
L’Inadeguato
di Dora García alla Biennale di Venezia. Scrive non regolarmente per Kaleidoscope e Mousse. Ha tradotto per Zanichelli gli ultimi due decenni di "Arte dal 1900" di Krauss, Foster, Bois e Buchloh.
CALENDARIO DEGLI INCONTRI
4 NOVEMBRE 2011
Artissima – Meeting Point ore 17:30
Pierre Leguillon
(1969) è artista, vive e lavora a Parigi. Accumulazione, selezione e sequenza sono alla base del suo lavoro: Leguillon crea slideshows, installazioni e mostre nella veste di curatore-collezionista, come nel caso di
Pierre Leguillon features Diane Arbus: A Printed Retrospective, 1960-1971
presso il Moderna Museet Malmö nel 2010. In occasione della presentazione di questo numero di MAG al pubblico, Leguillon presenterà la performance
Diane, Ad and the Tupperware
: una conferenza con immagini dedicata al tema dell’autobiografismo nella sua opera.
23 NOVEMBRE 2011
Sala Uno GAM – ore 18:00
Francesco Manacorda
(1974) è critico d’arte e curatore indipendente, vive e lavora a Torino. È Visiting Lecturer in Studi Curatoriali e Teoria dell’Arte presso il dipartimento Curating Contemporary Art del Royal College of Art di Londra, dove ha vissuto e lavorato dal 2001 al 2010. Dal 2007 al 2009 è stato curatore presso la Barbican Art Gallery di Londra e da novembre 2009 ha lavorato come curatore esterno per l’ICA, Londra. Collabora regolarmente con periodici italiani e internazionali: Domus, Flash Art, Kaleidoscope, Mousse, Art Review, Frieze, Metropolis M, Piktogram, Untitled. Nel gennaio 2010 è stato nominato direttore di Artissima, Torino.
30 NOVEMBRE 2011
Sala Uno GAM – ore 18:00
Darius Mikšys
(1969) è artista, vive e lavora a Vilnius, Lituania. Ha partecipato a numerosi progetti e mostre collettive quali la 16° Biennale di Sydney, la 9° Biennale di Lione, Performa 09 a New York. I suoi progetti spaziano dalla documentazione video di una visita alla Fiera della Parapsicologia a Vilnius alla proposta di un museo dedicato agli ABBA per l’aeroporto Tempelhof di Berlino, fino alla creazione della serie di sculture
My Jeff Koons
. Nel 2011 ha rappresentato la Lituania alla 53° Biennale di Venezia.
14 DICEMBRE 2011
Sala Uno GAM – ore 18:00
Pierre Bal-Blanc
è direttore del CAC – Centre d’Art Contemporain di Brétigny, Francia. Dal 2003 al 2008 ha lavorato al CAC come curatore. La sua ricerca curatoriale è improntata a un radicale sperimentalismo e affronta temi cardine della riflessione sul fare mostra, quali lo statuto di spettatorialità e la figura dell’outsider rispetto al sistema artistico. Tra le sue mostre più importanti “The death of the audience”, alla Secession di Vienna e “La monnaye vivante”, una rassegna di performance e opere basate sulla trasgressione della compresenza corporea e simbolica di spettatore e opera.
18 GENNAIO 2012
Sala Uno GAM – ore 18:00
Dora Garc
ía
(1965) è artista, vive e lavora a Bruxelles. I suoi interventi, di matrice concettuale, si formalizzano in performance, video o ricerche documentative presentate in spazi che favoriscano la partecipazione. Vi introduce spesso elementi teatrali: così è stato nel lavoro
A Beggar’s Opera
, a Skulptur Projekte Munster 2007 o nel progetto
L’inadeguato
per il Padiglione Spagnolo, Biennale di Venezia 2011.
1 FEBBRAIO 2012
Sala Uno GAM – ore 18:00
Lucie Fontaine
(Milano) è un collettivo artistico di matrice concettuale che gioca sul citazionismo (il nome è la francesizzazione di Lucio Fontana), ma anche sulla parentela con il collettivo parigino Claire Fontaine di cui si definisce «sorella». Lucie Fontaine parte da una concezione di un sistema dell’arte “anti-gerarchico”, in cui critici, curatori, artisti e galleristi possano essere considerati sullo stesso piano, e dalla teoria dell’ “expanded practice” che riconsidera l’idea di artista, non più solo autore dell’opera d’arte (ma potenzialmente collezionista, scrittore, curatore etc).
Per informazioni:
tel. 011 44 29630
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