Nel lungo cammino compiuto dalla GAM di Torino per conquistare un ruolo di primo piano tra le istituzioni italiane deputate a promuovere la conoscenza dell'arte contemporanea, un'importante stazione fu quella che, nel 195O, dopo la distruzione bellica della vecchia sede del museo, vide la città prendere la decisione di bandire un concorso per la costruzione di un nuovo edificio in cui ospitare le collezioni. Quel fermo impegno che portò, nel 1959, all'inaugurazione del nuovo museo, si accompagnò ad una altrettanto convinta volontà di arricchire con nuove acquisizioni la documentazione dell'arte più attuale, raccogliendo una ricca testimonianza degli orientamenti e delle esperienze che si andavano in quel tempo producendo. È così che prese gradualmente forma e consistenza di collezione quel fondo di opere degli anni Cinquanta che costituisce ancora oggi un nucleo nient'affatto irrilevante nel patrimonio conservato dal museo. Ma per quanto solerte, l'impegno profuso nelle nuove acquisizioni non riuscì a costituire, attraverso le opere che permise di raccogliere, una testimonianza sufficiente a restituire cognizione della ricchezza e complessità dell'esperienza di un decennio di altissima intensità creativa: molte restando le lacune, troppe le assenze, e insufficienti in ogni caso i vari registri espressivi per offrire veritiera corrispondenza col panorama variegato dell'esperienza storica. Cade così, oggi, assolutamente opportuna la scelta operata dal Fondo della Fondazione CRT di rintracciare e acquisire opere capaci di colmare quei vuoti e di integrare in modo significativo l'orizzonte documentale della maggiore pittura italiana del decennio. Gli anni Cinquanta sono stati in Italia un tempo fervidissimo di ricerche: una stagione pervasa da una febbrile volontà di rinnovamento e dominata da una incoercibile necessità di confronto con l'esperienza internazionale. Fu una stagione che si inaugurò già sul finire degli anni Quaranta, quando nacquero il gruppo Forma e il movimento spaziale e che si prolungò sino agli esordi degli anni Sessanta, mantenendo costante il livello dell'impegno che sia la pittura che la scultura posero nell'indagare il problema della forma e del linguaggio. Le acquisizioni compiute della Fondazione CRT si sono rivolte alla pittura, attingendo con ricchezza di risultati alla vasta fucina di pensieri e sperimentazioni che trovarono espressione nelle varie tendenze che si susseguirono e convissero nell'arco del decennio; formalismo, spazialismo, nuclearismo, art autre hanno costituito altrettanti orizzonti di riferimento per l'individuazione di opere significative di autori come: Burri, Capogrossi, Vedova, Turcato, Dorazio, Accardi, Sanfilippo, Scialoja, Novelli, Morlotti, Moreni e altri ancora che ebbero parte rilevante nelle ricerche di quel tempo. La mostra dà conto, attraverso una quarantina di acquisizioni, delle scelte compiute, e vuole allineare le nuove accessioni a fianco dei dipinti degli anni Cinquanta già presenti in collezione, nel duplice intento di offrire testimonianza chiara e accessibile dei criteri di scelta adottati e del risultato delle integrazioni e arricchimenti raggiunti. Pier Giovanni Castagnoli