La GAM, Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino dedica un'ampia rassegna alla fotografia di Gabriele Basilico. La mostra presenta una significativa selezione di opere fotografiche realizzate dal 1978 al 2002, nei formati 30x40, 40x50, 90x120, 110x140, divisa per progetti specifici e zone tematiche. Il lavoro di Gabriele Basilico (Milano, 1944) è oggi uno dei nodi centrali intorno al quale si sviluppano a livello internazionale il dibattito e la ricerca fotografica che hanno per oggetto di analisi la città e il paesaggio contemporaneo nel suo passaggio dall'era dell'industria a quella post-industriale. Gabriele Basilico è impegnato da oltre 20 anni in un articolato lavoro di lettura e interpretazione della complessità di questa trasformazione in Europa attraverso personali progetti di ricerca e un numero considerevole di incarichi pubblici e istituzionali. La sua ricerca prende avvio con la serie Milano, ritratti di fabbriche (un'analisi sulla periferia ex-industriale di Milano realizzata tra il 1978 e il 1980). In seguito, dopo la sua partecipazione alla Mission Photographique de la D.A.T.A.R. (Delegation a l'Amenagement du Territoire et a l'Action Regionale), la più vasta e articolata campagna fotografica europea di tutto il secolo (paragonabile per importanza storica alle campagne della Farm Security Administration americana), organizzata dal governo francese dal 1983 al 1988, il suo lavoro si è svolto in svariate città d'Europa. Tra le diverse esperienze, si ricordano, oltre a Bord de mer, viaggio lungo la costa del nord della Francia svolto appunto per la missione del governo francese (1984-85), il lavoro Porti di mare (1982-88), e la campagna fotografica su Beirut (1991), realizzata alla fine di una lunga guerra insieme ad alcuni grandi protagonisti della fotografia come Robert Frank, Josef Koudelka, e Raymond Depardon. Dalla metà degli anni '80, nel contesto del sempre più crescente interesse per la trasformazione del paesaggio, Basilico si pone il problema della difficile comprensione e della possibile interpretazione del nuovo aspetto che l'habitat umano sta via via assumendo nel duplice ruolo di fotografo e di architetto, e tenta attraverso la fotografia una possibile ricomposizione del problema sia in chiave concettuale che estetica. Significativi a questo proposito, un nuovo lavoro su Milano, la città in cui Gabriele Basilico è nato, vive e lavora, The Interrupted City (1996) e il progetto su sei percorsi paralleli da una città all'altra, in sei zone diverse dell'Italia Sezioni del paesaggio italiano (1996), lavoro concepito con Stefano Boeri per la VI mostra di Architettura della Biennale di Venezia (in questa occasione gli viene assegnato l'Osella d'Oro 1996). Il tema dell'identità della città tra preesistenza storica e sviluppo contemporaneo, tra distruzione e ricostruzione post bellica, tra utopia urbanistica e cantiere per il futuro, è, tra gli altri, ben rappresentato dal lavoro sulla città di Berlino del 2000, ottenuto con una borsa della DAAD (Deutscher Akademischer Austausch Dienst). Il suo lavoro è stato esposto in moltissime sedi espositive pubbliche, musei e istituzioni, gallerie private italiane ed europee, e le sue opere fanno parte di numerose collezioni pubbliche e private internazionali. Il catalogo, edizioni GAM, contiene saggi critici di Marco Meneguzzo e Roberta Valtorta.