Giacomo Balla (Torino,18 luglio1871 –Roma,1º marzo1958) è stato un pittore, scultore, scenografo e autore di "paroliberi"italiano. Fu un esponente di spicco del Futurismo firmando assieme agli altri futuristi italiani i manifesti che ne sancivano gli aspetti teorici.
Negli anni della prima guerra mondiale persegue l'idea di un'arte totale, definita Arte-azione futurista. Specialmente dopo il 1916, alla morte di Boccioni (a cui nel 1925 dedicherà l'opera Il pugno di Boccioni), è il protagonista indiscusso del movimento. Totalmente convertito al futurismo, vende tutte le proprie opere figurative all'asta e inizia a firmare le successive con lo pseudonimo FuturBalla.
Nel 1914 firma il manifesto futurista Le vêtement masculin futuriste a cui segue qualche mese dopo l'edizione italiana intitolata Il vestito antineutrale, pubblicazione corredata con figurini e modelli. È un invito ad adottare l'estetica futurista attraverso l'abbigliamento; teorizza e propone di sostituire il vecchio, cupo e soffocante abbigliamento maschile con uno più dinamico, più audace e variopinto, asimmetrico, che rompa con la tradizione e si adegui al concetto futurista di modernità e progresso; un abito che inoltre faccia riferimento alla guerra e renda l'uomo più aggressivo e festoso[4]. Sempre inseguendo l'estetica futurista, trasforma la propria abitazione decorando pareti e mobili in un tripudio di forme dai colori smaglianti[5].
Ancora nel 1914 realizza i fiori futuristi nel giardino di Casa Cuseni a Taormina; qui, insieme a Depero, è autore anche di molte decorazioni murali.
Nel 1915, ancora con Depero, firma il manifesto Ricostruzione futurista dell'Universo dove teorizza come il dinamismo pittorico e il dinamismo plastico ben si collegano alle parole in libertà e all'arte dei rumori:
«Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l'universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente[6]»
Inizia a lavorare sull'onomatopea, a comporre tavole parolibere e a progettare scenografie[7] mettendo in evidenza i collegamenti tra l'immagine e la dimensione fonetico-rumorista[8]. Dal manifesto scaturiscono le idee del "giocattolo futurista", del "paesaggio artificiale", dell'"animale metallico", del "vestito trasformabile", del "concerto plastico-motorumorista nello spazio", della "réclame fono-monoplastica".
Nel 1917 progetta le scene per Feu d'artifice, balletto senza danzatori che va in scena al Teatro Costanzi di Roma, prodotto da i Ballets Russes di Diaghilev, con musiche di Igor' Fëdorovič Stravinskij. Nello stesso periodo crea arredi, mobili, suppellettili e partecipa alle sequenze del film Vita futurista (1916), presenziando con Marinetti alle riprese. Nell'ottobre del 1918 pubblica il Manifesto del colore, un'analisi del ruolo del colore nella pittura d'avanguardia[9].
Nel 1949 alcune sue opere, tra cui il famoso dipinto "Dinamismo di un cane al guinzaglio" del 1912, vengono esposte al MoMa alla mostra: Twentieth-Century Italian Art[12].
Muore a Roma il 1º marzo 1958 all'età di 86 anni. Viene sepolto al Cimitero del Verano.
Nel 1959 due sue opere (Ragazza con il cerchio e Colpo di fucile) sono esposte alla mostra 50 anni d'arte a Milano. Dal divisionismo ad oggi, organizzata dalla Permanente[13].
Di lui hanno scritto alcuni storici dell'arte e artisti, fra questi:
«Fu Giacomo Balla, divenuto nostro maestro, che ci iniziò alla tecnica moderna del divisionismo senza tuttavia insegnarcene le regole fondamentali e scientifiche. Balla era un uomo di assoluta serietà, profondo, riflessivo e pittore nel più ampio senso della parola. [...] Fu una grande fortuna per noi di incontrare un tale uomo, la cui decisione decise forse di tutta la nostra carriera. L'atmosfera della pittura italiana era a quel momento la più fangosa e deleteria che si potesse immaginare; in un simile ambiente anche Raffaello sarebbe arrivato appena al quadro di genere!»
«Balla che sul tema del dinamismo meditava già da alcuni anni (il famoso Cane al guinzaglio è del 1912), va al di là di Boccioni: prescinde quasi totalmente dall'immagine visiva per dare l'immagine psicologica del moto. La sua ricerca è prevalentemente linguistica: mira stabilire un codice di segni significanti velocità, dinamismo ecc. Sono concetti che interessano intensamente l'uomo moderno: concetti che vogliono essere espressi visivamente perché la percezione è più rapida della parola, e che non possono essere espressi tramite segni che implichino riferimenti alla natura, perché debbono esprimere qualcosa di non naturale, di realizzato mediante congegni meccanici.
«La "solidificazione dell'Impressionismo" costituisce la base di sviluppo della pittura di Balla futurista: cioè il passaggio dalla suddivisione del pigmento colorato del divisionismo alla costruzione geometrica astratta - a sé stante - delle compenetrazioni iridescenti: n° 1, 2, 3 (1912). Questi studi, sembrano giganteschi fotogrammi captati nello spazio da un immaginario occhio catodico.»
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