L'opera fa parte della ricca tematica di vedute veneziane eseguite negli anni Trenta, dopo la positiva e luminosa "deflagrazione" cromatica londinese (1935), ed appartiene a "quella "volata" d'ispirazione che dura furiosa e felice fin sul 1940" (F. Arcangeli, 1951). Sull'intoncao rosato con lievi macchie di grigio azzurro, tocchi argentini e vibrazioni di bruno e rosso garanza scura tracciano un breve "racconto" figurativo di efficace ed estrema sintesi grafica. Nel primo piano sono raffigurati di prospetto alcuni gondolieri resi con rapide macchie, come intense note d'inchiostro; alcuni neri con pochi bianchi, contornano le finestre sulla parte dell'attracco, mentre un vivace brulichio di segni e tracce virgolettate movimentano la superficie. Particolari assonanze stilistiche e compositive sono riscontrabili anche in opere precedenti come Il traghetto (1930 coll. privata) o nelle fresche stesure pittoriche "compendiarie" sul chiaro fondo gessoso e assorbente di telo come La gondola (1930, ubicazione ignota) o Canale veneziano (1930, già coll. Brosio; Milano Civiche Raccolte d'Arte). Giorgio Auneddu