Prima della svolta divisionista del 1892, Pellizza è impegnato in una poetica, ma non per questo meno sistematica, analisi del vero, nello studio naturale costituito dalla verde campagna di Volpedo. L'artista lavora in due direzioni: da un lato sintetizza gli incastri di colore che ancora formano l'impalcatura prospettica del dipinto, dall'altro ne esalta le potenzialità cromatiche con una tavolozza schiarita e con tonalità prossime a quelle principali. Ne deriva una pittura luminosa e sensibile, in cui l'oggettiva impressione del vero si mescola con una visione emotiva, profondamente sentita. Paolo San Martino