Radice condivide con il gruppo di architetti e pittori comaschi facenti capo a Terragni l'esigenza di un'arte logica, vera e ordinata, che ripropone gli eterni postulati del classicismo rogorista, razionale, etico e funzionale. Su queste premesse Radice innesta la sua accesa sensibilità e la sua profonda religiosità, che lo porta a ritenere l'artista come ricercatore di una realtà rivelata. Paolo San Martino