Documento emblematico degli anni giovanili dell'artista, il dipinto rivela lo studio delle figure femminili sonore e tondeggianti del primo Picasso e l'avvicinamento al clima di moderno classicismo e monumentalismo diffuso in Italia negli anni Venti. Caratteristica di questa produzione, successivamente misconosciuta da Campigli, è anche la costruzione dell'immagine con il soggetto posto al limite ideale tra interno ed esterno della rappresentazione: il busto plastico della modella, chiuso in uno spazio troppo stretto come entro un'antica metopa, è sospinto oltre i margini della tela-stanza, verso lo spettatore, a catturarlo ed immetterlo nella scena. L'opera è esposta nel 1926 alla prima mostra del Novecento a Milano con il titolo Donna con le braccia conserte. Acquistata in tale occasione da "Il Popolo d'Italia", ha fatto parte della proprietà del "Palazzo dei Giornali", venduta all'asta nel 1944 circa. Laura D'Agostino