Abbandonando la simmetria rigidamente frontale a favore di una costruzione dal taglio diagonale, alla ricerca dell'immediatezza e del movimento, in modo vibrante e pittorico il giovane Gemito ritrae il caposcuola napoletano in tutta la sua gravità e consapevolezza d'essere pittore di successo. Commissionato dallo stesso Morelli nel 1873 e documentato anche da alcuni disegni preparatori, il busto viene esposto al Salon parigino del 1887 insieme a quelli di Verdi, Michetti e Fortuny, riscuotendo un largo consenso di critica e di pubblico. Dell'opera, finora inedita ma documentata e a lungo ricercata dalla critica più recente, unica fusione cesellata dal suo autore, già nello studio napoletano di Domenico Morelli e poi passata in eredità al nipote omonimo ingegnere, sono note la terracotta originale nel Museo di San Martino a Napoli e due repliche in bronzo. Alfonso Panzetta
