Anche questa tempera è costruita secondo una determinazione prospettica particolare: apparentemente allungata e risalente verso l'alto, alzando il punto di osservazione della scena; in realtà i volumi delle botti "appiattiscono" la visione sul primo piano. L'ordinato disporsi delle botti, la figura immobile dell'uomo che obbedisce alla medesima legge costruttiva, sono ottenuti mediante un segno spesso, irrigidente le forme; prevalgono i grigi, i bruni, i bianchi sporchi. Ne emerge un senso di tesa immobilità, rafforzata da "una luce mattinale che fa ancora più penoso il freddo intorno diffuso" (P. Gobetti, 1921). L'opera si avvicina soprattutto a Mattino (o Colazione, 1920; Firenze, coll. privata), condividendone le tensioni di fondo, il senso di povertà e desolazione. L'opera venne esposta nel 1921 all' "Esposizione d'Arte" presso la Mole Antonelliana di Torino, quando Casorati si pose all'attenzione della cultura locale, segnatamente di Gobetti. Riccardo Passoni