Tappa fondamentale nella carriera artistica di d'Azeglio, l'opera ripropone il binomio fra paesaggio ed episodio storico-romanzesco; il fascio di luce che illumina fortemente l'episodio centrale e il paesaggio corrugato e pittoresco rimarranno poi costanti nella pittura azegliana, mentre il modo di definire le fronde degli alberi è tipico dei periodo romano dell'artista. Sia il Montmorency, sia il precedente Passo delle Termopili furono inviati da Roma a Torino ed esposti a Palazzo Reale nel 1825 con grande successo. Il Montmorency, di cui si conoscono altre due versioni (collezione E. Nasi, Torino; proprietà A. Bigo, Saluzzo), introduce nella pittura italiana il tema delle crociate, filone poi di amplissimo seguito e successo. Giulia Carpignano