L’americana Jessica Stockholder esplora il confine fra pittura e scultura, fra visione bidimensionale ed esperienza dello spazio. Le sue opere sono assemblaggi, accumuli di oggetti comuni che l’artista riconfigura in composizioni tridimensionali, intervenendo con l’uso del colore, spesso acceso, acido. A differenza dei dipinti, le installazioni di Stockholder non propongono una visione unitaria, perché gli assemblaggi si allargano, alterano i luoghi creando giochi di spazi in negativo, narrative immaginarie rese più dinamiche dall’uso frequente di elementi sospesi o appesi. Il colore diviene un dispositivo in grado di mettere in luce il nostro modo di pensare la realtà quotidiana e immaginare nuovi mondi, come avviene nell’apparente casualità dell’opera Ground Cover Seasons Indoors, con la panchina legata quasi a non voler scappare via dall’angolo di cuscini, mobili e lampade poco distanti caratterizzati da una brillante geometria.
Sara d'Alessandro Manozzo