Nel 1958 la ricerca di Burri, dopo aver sfruttato la consistenza cedevole delle plastiche, si orienta a saggiare la resistenza del metallo. Anche in questo caso il fuoco è strumento privilegiato di realizzazione dell'opera, intervenendo a saldare tra loro le lamiere che la compongono. Il risultato non è una superficie continua, ma un susseguirsi di spezzature e tagli, di rigonfiamenti e piegature, di punti di sutura e aloni lasciati dalla fiamma ossidrica. Così come era avvenuto con il recupero dei sacchi, anche nei confronti del materiale industriale Burri opera in modo da riscattarne l'indifferenza estetica, caricandolo al tempo stesso di significati esistenziali. Maria Teresa Roberto