Il tempestivo acquisto da parte del Museo Civico torinese di questo dipinto offre un'interessante testimonianza della fortuna del paesaggismo di Calderini proprio negli anni in cui furono maggiori le ostilità verso la pittura di Fontanesi, di cui l'artista era allievo. Estraneo alla drammaticità della poetica fontanesiana, Calderini ne riflette tuttavia l'ascendente nella ricerca dell'equilibrio compositivo e nell'effetto di luce dal fondo. L'ordine rigoroso che governa l'impostazione della scena, scandito dalla verticalità delle linee dei tronchi, viene addolcito dalla luce dilagante, dalla gamma tenue della tavolozza e dal garbo della descrizione, da cui deriva il fascino che permea l'immagine. Virginia Bertone