Geniale e raffinato pittore ferrarese, Boldini fu uno dei più acuti interpreti del clima elegante e sensuale della Belle Époque, che da Parigi, teatro privilegiato delle esperienze culturali internazionali, si espanse nelle frenetiche capitali cosmopolite europee e nei raffinati ambienti delle città italiane.Dal 1871 si trasferì a Parigi, vivendo nella Ville lumière nel periodo di massimo fulgore, frequentando i migliori ambienti borghesi e divenendo così l’interprete della vita mondana, capace com’era di inventare meravigliosi ritratti delle personalità più in voga dell’epoca. . Insieme a Sargent, pittore americano, era considerato verso la fine del secolo il pittore più in voga di Parigi, capace di fissare la grazia e l’eleganza della società snob del tempo, facendo un realistico ritratto della vita borghese.Ne è un esempio il Ritratto di signora, dove ritrae con un’elegante acconciatura un’affascinante donna dall’identità sconosciuta, in un’immagine giocata sui toni dorati e del nero, quasi a volersi richiamare ai ritrattisti spagnoli del Seicento, come già fece nel Ritratto di Madame Veil-Picard del 1897 (collezione privata).
Nel 1880, durante un viaggio in Olanda, conobbe la pittura di Frans Hals, la cui velocità tecnica di tocco colpì molto l’artista ferrarese, tanto da orientarsi, verso la fine di quel decennio, verso una pittura dalle pennellate sempre più rapide, in una sintesi del gesto che diventerà tratto caratterizzante della sua arte. Tale dinamicità del tratto portò la sua pittura a un effetto di smaterializzazione della figura, che perdeva i contorni, per focalizzarsi su una parte ben definita: solitamente tale effetto era applicato in modo discendente; dal volto, più definito, gli abiti si perdevano nella velocità guizzante del tratto. Si noti infatti come anche nel Ritratto di signora l’effetto evanescente si applichi all’elegante vestito della donna, che risulta solo accennato.
Il piccolo olio in esame non è datato. Camesasca, autore del catalogo ragionato di Boldini (1970) colloca la sua esecuzione intorno al 1904, mettendo in dubbio l’autografia della firma. In quell’anno la sua pittura appare però più sfaldata rispetto al Ritratto di signora; stilisticamente potrebbe quindi essere verosimile anticipare la datazione al 1901 circa (si veda per un confronto il Ritratto della contessa Beatrice de Byland, 1901, Genova, Musei di Genova, Raccolte Frugone e il Ritratto di Emiliana Concha de Ossa, 1901, collezione privata).
Ludovica Vigevano