Nella seconda metà degli anni Cinquanta, Guttuso guarda con interesse ai segnali emergenti da una nuova realtà sociale che lo induce a scandagliare e figurare la condizione anonima ed alienante del cittadino nelle moderne metropoli e la vita collettiva urbana, cogliendone con immediatezza figure e situazioni tipiche. A questa fase, cosidetta del "realismo esistenziale", appartiene il ciclo di dipinti e studi sul tema della strada, eseguito tra il 1956 e il 1957, cui si raccorda l'opera torinese. Il ritrmo frenetico della città, con l'indifferenza tra gli uomini che ne deriva, è efficacemente reso dalla riduzione descrittiva delle figure alla loro sagoma cromatica e dalal ritmica d'incastri, fortemente drammatica. Laura D'Agostino