L'opera s'inserisce in una serie di dipinti di medesimo soggetto realizzati da Birolli negli anni 1954-1955 impostati sullo schema strutturale fortemente dinamico, pulsante del nucleo in espansione o in deflagrazione (Fulmine sul vigneto, 1954; St. Louis, City Art Museum; Folgore sulla collina, 1955; Brescia, coll. G.A. Cavellini). L'immagine è di elevata intensità emotiva. Sulla genesi di uno di questi quadri si legge, nei Taccuini dell'artista: "E' già notte e il temporale "pesa" sulla collina, viola, cupo, soffocante. Tanta è la sua condensazione che la terra pare ridotta a un complesso rotondo (...) d'improvviso tutto ciò salta in un'esplosione dell'equilibrio (...) vedo il fulminato splendore dei vigneti, senza più piano prospettico: ciò che è davanti a me, salta dietro di me, dopo avermi perforato gli occhi". Monica Tomiato