Alla fine degli anni Venti, l'artista abbandona il genere da lui stesso definito "fantastico", popolato di manichini, trofei, gladiatori, per tornare ad una pittura ispirata alla natura. Esegue quindi un gruppo omogeneo di Nudi, il cui riferimento stilistico immediato è la prima maniera di Renoir: volumi solidi e superfici pulite, materia pittorica soffice colori soffusi, iconografia sensuale e mediterranea. Il modellato si fa più sciolto la gamma cromatica si schiarisce e si accende di tonalità sanguigne. La continuità con la produzione precedente, d'impronta classica e mitologica, è affidata all'affiorare di rocchi di colonna o templi- giocattolo, accanto alle figure serenamente distese che nascondono altrettante ninfe, sirene, sfingi, Arianne. Il dipinto è esposto per la prima volta a Milano nel 1931, nella personale dell'artista alla Galleria Milano di Milano. Laura D'Agostino